LA MIA SETTIMANA "NERA"
Non sono mai andato in settimana bianca
perché non sono un grande appassionato di montagna, ma anche io questanno ho fatto
la mia settimana "colorata": solo che al posto del bianco della neve cè
stato il nero dellAfrica e della popolazione del Senegal.
Ho pensato di raccontarvi la nostra (mia e di Andrea) missione "in diretta" per
farvi giungere, in modo spero più immediato e spontaneo, notizie e informazioni su questo
paese, il Senegal, che ormai è da molti anni beneficiario delle nostre attività, sul
progetto in corso e su quello in preparazione e anche per raccontare più da vicino, a chi
fosse interessato, qualche aspetto del nostro lavoro.
Notte tra Venerdì 10 e Sabato 11 marzo ore 1.30 (ora locale)
arrivo a Dakar. Ad accoglierci troviamo P. Pippo Giordano che ci ospita nella missione
degli Oblati per la notte.
Sabato 11
Partenza per Koungheul con i mezzi pubblici alle ore 7.00. Prendiamo
un taxi per raggiungere una grande piazza piena di macchine tutte uguali, Pegeaut da 7
posti (sept places) con una miriade di
venditori ambulanti grandi e piccoli che cercano di darti qualsiasi cosa.
(Lungo la strada non posso non notare dei
foltissimi assembramenti di montoni: mi spiegano che in settimana si festeggia il tabaski
una festa mussulmana che ricorda il sacrificio di Abramo e pertanto ogni famiglia si
riunisce per festeggiare ammazzando e mangiando il montone.)
Ci avviciniamo alla macchina che va nella nostra
direzione, contrattiamo il prezzo e aspettiamo che si completi il carico di 7 passeggeri.
Lattesa non è lunga: alle ore 8.00 siamo in marcia.
Il paesaggio mi ricorda moltissimo il Ciad. Sicuramente la realtà è
simile anche se il tasso di sviluppo generale di questo paese è sicuramente maggiore.
E sufficiente guardarsi intorno per rendersene conto.
Dopo 5 ore senza soste arriviamo a Koungheul e ci
fermiamo proprio davanti alla casa del COMI. La facciata con la scritta "COMI"
mi è familiare avendola vista molte volte in fotografia.
Subito Andrea, che qui è di casa, comincia a salutare molte persone,
tra cui i nostri animatori del progetto: Nafi ed Otis. Ma anchio trovo un volto
conosciuto: Simeon Coly che è stato invitato da noi in Italia nel 93 in occasione dei 20
anni del Comi.
Dopo i saluti andiamo a casa delle Suore Francescane dei Poveri e delle nostre volontarie
infermiere per rapido saluto e poi di nuovo a casa dove insieme agli animatori e a Simeon
gustiamo un buon pranzo africano: ceeb buu yap (riso e carne) mangiato da un unico
grande piatto, con le mani. ( A noi però ci viene gentilmente offerto un cucchiaio)
Dopo pranzo subito al lavoro. I tempi della missione sono molto serrati
e cé già programmata una riunione con gli animatori e con Simeon Coly che si è
protratta dalle 15.30 alle 21.30.
Abbiamo fatto il punto della situazione su lavoro svolto
nellultimo anno e hanno cominciato a parlare gli animatori, Simeon nel suo ruolo di
consulente Caritas e Andrea come coordinatore del progetto: "Villaggio di Ndoune
27 particelle a riso 2,7 T. di prodotto,, villaggio di Kassassa 22 parcelle
Banca di
cereali, casse rurali, casse femminili. Forni migliorati
Produzione di semi di
sesamo
15 gabbioni per i barrage, abitanti di alcuni villaggi sono andati in visita
dove si sono realizzate le attività per vedere e imparare
7000 alberi marcati per
la lotta al disboscamento
20 classi di alfabetizzazione, lezioni d igiene ecc. ecc.
Dalle parole con cui si raccontano le attività, i problemi e i risultati emerge la
realtà del progetto e in fondo, con una punta di soddisfazione, la sensazione di aver
fatto un buon lavoro in questi 14 anni. Certo i problemi ci sono sempre ma solo se non si
fa niente possono essere evitati...
Concludiamo la giornata rivedendo i conti del progetto fino alluna di notte.
Domenica 12 marzo
Sveglia ore 6.30 per andare a visitare il villaggio di Kasassa prima
della messa. Alle 9.30 torniamo per la messa (tutta in lingua wolof) e subito dopo di
nuovo in macchina per raggiungere il villaggio di Ndoune. Da li torniamo alle ore 15.00.
Le prime visite ai villaggi mi confermano quanto avevo intuito dalla riunione di ieri:
effettivamente la gente è contenta dei risultati. A Kasassa la responsabile del gruppo
donne ringrazia dellaiuto offerto per i gabbioni (vedi scheda del progetto) in
quanto l'aver fermato la sabbia ha reso più semplice il loro lavoro nei campi.
A Ndoune hanno costruito completamente da soli un piccola diga simile a quello costruito
dai volontari durante il precedente progetto, dimostrando di aver appreso non solo la
tecnica, ma soprattutto la logica dellintervento.
Interessante notare come si cominciano a vedere i primi esempio di "imitazione".
Un contadino che non fa parte dei gruppi del Comi, vedendo il lavoro svolto lo ha rifatto
da solo sul suo terreno.
Abbiamo visto i magazzini dei cereali realizzati negli ultimi mesi ed incontrato le
responsabili de gruppi di donne.
A tutti diamo appuntamento per giovedì a Koungheul quando faremo la riunione generale.
Uno degli obiettivi principali del viaggio è quello di capire se
lassociazione (GIE) è sufficientemente strutturata ed autonoma per continuare le
attività anche dopo limminente fine della nostra presenza.
Fino a questo momento gli elementi per essere ottimisti ci sono.
Subito dopo il pranzo di nuovo riunione con Otis, Nafi e Simeon per parlare del lavoro del
prossimo anno e per preparare lincontro di giovedì.
Si parla molto soprattutto della necessità per questo ultimo anno, di
lavorare per delegare completamente ai dirigenti dellassociazione contadina GIE (una
associazione di contadini simile alle nostre cooperative) tutto il lavoro di gestione
delle attività in corso.
Obiettivo del lavoro degli animatori in questo anno non è quello di iniziare nuove
attività ma, continuando quelle già in corso, far passare lidea che la fine del
progetto non è la fine di tutto, ma linizio di qualcosa di nuovo: il COMI in
passato rappresentato dai volontari e negli ultimi anni da Otis e Nafi, sarà sostituito
dallAssociazione.
Come dicevo prima ci sono gli elementi per pensare che questo avverrà, il che significa
un ottimo risultato del lavoro del Comi a Koungheul.
Alle 19.00 terminiamo di parlare e ci prepariamo per la cena che faremo con Simona e
Luisella le due infermiere volontarie.
Lunedì 13
Ore 8,30 partenza per i villaggi di Keur Ablaye, Jam Jam, Koukoto.
Nel primo trovo subito un clima diverso, più familiare e allegro: è
infatti un villaggio dove si è lavorato molto con le donne, dove cè il gruppo che
lavora i tessuti per intenderci. Visitiamo infatti il costruendo atelier per i tessuti. E
qui emerge quanto siano importanti le missioni di verifica: il lavoro di costruzione, per
delle incomprensioni, si stava realizzando in modo errato, e la nostra visita ha potuto
sistemare in tempo le cose altrimenti ci sarebbe stato il rischio di aver sprecato tempo e
denaro. Nel villaggio di Jam Jam visitiamo il nuovo magazzino dei cereali finito da 15
giorni e notiamo che qui invece è stato fatto un ottimo lavoro.
In entrambi ci fanno accomodare nella capanna del capo villaggio ed è
stata per me unesperienza interessante vedere più da vicino, entrando
nellintimità delle case lessenzialità della loro vita che però, pur nella
povertà, mantiene una grande dignità.
Alle ore 14.00 ritorniamo a casa dove ci aspetta di nuovo il grande
piatto delle mense senegalesi con il loro pasto tipico: ceb bu gen (riso e pesce).
Subito dopo il pranzo (non cè tempo per riposare, dobbiamo partire per Kaffrine),
riordiniamo le idee del progetto di Kougnheul tra cui la contabilità per capire quanto
rimane da spendere nellultimo anno di attività per il quale stiamo lasciando le
indicazioni. Per questo andiamo dalle suore che tra laltro terminano di tenere la
contabilità del progetto e ci consegnano la cassa con i relativi conti di questi anni.
Ne approfitto per parlare con le Suore di come sta andando il lavoro con le infermiere.
Quindi ci "riposiamo" in ufficio inserendo le ultime spese nella contabilità e
facciamo il quadro della situazione.
Rapidamente si fanno le 17.30: dobbiamo prepararci in fretta per
raggiungere Kaffrine e dovremo anche andare lentamente avendo trovato qualche problema con
la nostra macchina .
Arriviamo a Kaffrine insieme a p. Carlo Andolfi intorno alle 19.30.
Li incontro Giancarlo, lo scolastico che sta facendo lo stage, e P. Mario Camarda.
Cena insieme e dopo cena riunione con P. Carlo per presentargli la nostra bozza di
progetto per la sua zona a circa 30 km da Kaffrine: la vallata del Bao Balon.
Alle 11 decidiamo che è arrivato il momento di interrompere, ma io e Andrea non avendo
finito con i conti di Kougnheul ci prendiamo unaltra oretta con il computer per
sistemare qualche altra cosetta. A mezzanotte termina la terza nostra giornata senegalese.
Martedì 14
La mattinata è dedicata alla visita della zona del progetto. Dopo tanta aridità andiamo
nella vallata dove cè la diga e il ponte intorno al quale si sono sviluppate le
attività che saranno oggetto del nostro nuovo progetto.
Visitiamo uno dei 16 villaggi interessati allintervento e soprattutto ci gustiamo un
bel paesaggio di acqua e di uccelli.
Naturalmente il sopralluogo è occasione di scambio con P. Carlo sul tipo d intervento che
pensiamo di fare.
Il tipo di intervento non si differenzia molto da quello in corso a Koungheul. Si tratta
di incentivare una serie di attività a livello di villaggio (agricoltura, credito,
igiene, alfabetizzazione) partendo da quanto si sta già facendo. In pratica il maggior
livello di reddito che la diga può apportare a seguito dellaumento della produzione
di riso, deve diventare occasione di crescita sotto tutti gli aspetti: economici, sanitari
e formativi.
Ma affinché lintervento abbia senso è necessario che dallaltra parte ci sia
una struttura organizzata che, una volta partiti noi, possa proseguire autonomamente.
Questo è quello che stiamo cercando di capire qui a Kaffrine.
Rientriamo alle ore 13.00.
Nel pomeriggio abbiamo diversi appuntamenti a Kaolack e pertanto dopo
mangiato, con un bel caldo intorno a noi (oltre 40 gradi) ci incamminiamo verso Kaolack
(sono 60 km da Kaffrine) dove lasciamo subito la macchina al meccanico (dopo però essere
andati insieme a lui a cercare i pezzi di ricambio usati), questa sera dovremo rientrare
con p. Carlo.
Ore 16.30 incontro con il direttore di Caritas, con cui parliamo del
futuro di Kougnheul e del progetto di Kaffrine.
Per Koungheul siamo assicurati sul fatto che a partire dal prossimo
anno il gruppo sorto a Koungheul sarà inserito tra le associazioni seguite dalla Caritas
nei suoi piani d appoggio alle organizzazioni contadine. Stabiliamo inoltre per
questanno, lorganizzazione di alcuni incontri di scambio tra la nostra
associazione e altre similari già seguite da Caritas per un confronto sulle proprie
esperienze. Per quanto riguarda Kaffrine anche Caritas ci conferma le necessità di avere
come controparte una associazione contadina e rimane in attesa di nostre notizie. E
comunque daccordo su quanto stiamo impostando.
Alle ore 18.00 siamo invece alla sede del CESAO il centro di formazione
dellAfrica Occidentale che ha fatto diversi corsi ai contadini di Koungheul dove ci
incontriamo con le persone che hanno seguito il nostro progetto.
Interessante lo scambio.
Con loro si parla solo di Koungheul, con una valutazione dellanno trascorso e una
programmazione per il corrente anno 2000. Anche dalla discussione con loro emergono i
risultati dellintervento: diverse persone (quadri dellassociazione) formate
tra cui alcuni giovani, una struttura associativa stabile, una serie di mezzi (fondo per
il credito, magazzini cereali, conoscenze tecniche). Il consiglio che ci viene dato è di
non interrompere completamente il rapporto, ma di esercitare per un altro anno un
controllo soprattutto sulle attività di credito.
La discussione si protrae e di conseguenza arriviamo allappuntamento con p. Carlo
con quasi due ore di ritardo. La sua pazienza è stata straordinaria e merita una birra.
Arriviamo alle 21.00 e dopo una rapida cena vengono a trovarci, perché chiamati da noi,
Jean Claude e Rosalie, i due animatori della zona del Bao Balon con i quali scambiamo dei
pareri sul progetto, soprattutto in merito alla possibilità dei contadini di organizzarsi
in cooperativa, e raccogliamo importanti informazioni su quello che già si sta facendo da
quando i Padri Oblati hanno costruito la diga.
Alle ore 23.00 sospendiamo, ma lappuntamento è per le 8.00 della mattina dopo per
continuare. |
Mercoledì 15
Come stabilito alle 8.00 siamo di nuovo con Jean Claude e Rosalie per
continuare a parlare del progetto facendo un censimento delle varie attività fatte finora
nellambito della missione di p. Carlo.
Si prende nota quindi della varie "Case de Santé" (farmacie
di villaggio) , scuola di villaggio e risicultori già in attività, in modo che il
progetto poggi su delle basi già esistenti.
Si ribadisce la necessità di animare i contadini al fine di spingerli
a mettersi insieme secondo la forma, diffusa in Senegal e da noi già sperimentata a
Koungheul delle GIE. Dalla discussione emerge che un piccola esperienza in tal senso è
già esistente in alcuni villaggi della zona interessata. Si decide quindi che partendo da
qui, si può pensare di creare unassociazione può forte. E questa attività può
avere inizio immediato tramite i due animatori che già operano senza attendere
lavvio effettivo del progetto
Alle ore 9.30 terminiamo la riunione e, mentre p. Carlo con Rosalie e
Jean Claude, partono per un villaggio noi approfittiamo della stampante per preparare uno
schema di lavoro per il prossimo anno da consegnare agli animatori di Koungheul dove
stiamo per tornare.
Alle 11.00 siamo pronti per farlo, ma con il piccolo dettaglio che la
macchina, rimasta a Kaolack dal meccanico non è pronta prima di domani. Quindi ci
apprestiamo ad un trasferimento con i "mezzi pubblici" di Kaffrine.
P. Mario ci accompagna in un punto della città dove, prima o poi,
dovrebbe passare qualche mezzo. Lorario non ci permette di usufruire del sept
places già sperimentato per venire da Dakar, e allora siamo costretti ad attendere un
car rapid. Sarebbe un furgone con circa 10/12 posti a sedere, di solito abbastanza
scassati e arrugginiti in cui si "stringono" almeno 20 persone. |
PROGRAMMA DI APPOGGIO
ALL'ASSOCIAZIONE CONTADINA "ENTENTE DES
GROUPEMENTS DU COMI"
Il progetto ha avuto inizio
nel 1996 ed è il naturale proseguimento di un precedente intervento del Comi nella stessa
zona durato diversi anni.
Scopo del progetto è quello di formare i membri dell'associazione locale conferendo
strumenti cognitivi, materiali ed economici per contribuire al miglioramento delle
condizioni di vita generali della popolazione direttamente o indirettamente interessati
dalla sua attività.
Tale obiettivo si raggiunge attraverso:
miglioramento del livello di formazione dei
membri per l'ideazione, la messa in opera e la gestione di attività di sviluppo ed
apportatrici di reddito come la tintura dei tessuti e lorticoltura.
miglioramento della politica di gestione delle
risorse naturali dei villaggi interessati, in particolare la costruzione di piccole dighe
e di gabbioni metallici riempiti di pietre per fermare lerosione del terreno e
impedire alla sabbia di invadere i terreni coltivati.
potenziamento delle
capacità operativa dell'associazione fornendo aiuto economico e materiale integrazione
e valorizzazione della donna.
L'intervento è condotto con il coinvolgimento
attivo nelle varie attività dei responsabili dell'associazione locale. |
Ci mettiamo in attesa e
dopo circa 15 minuti arriva. Allimprovviso si crea una confusione incredibile di
persone che urlano e che cercano di salire contrattando il prezzo. Noi in qualche modo ci
mettiamo a sedere e nel giro di poco siamo schiacciati in questo furgone tra madri con
bambini, giovani e anziani e limmancabile, in questi giorni, montone pronto al
sacrificio per la tabaski che per fortuna trova posto sul tetto del furgone insieme ad
alcuni giovani.
Finalmente ci incamminiamo, ma dopo poco siamo di nuovo fermi per
caricare altri passeggeri: ci stringiamo di più!
Per fortuna il viaggio procede abbastanza costantemente e con il passare dei chilometri
qualcuno comincia a scendere.
Dopo un po la sorpresa iniziale passa. In fondo è come stare su un autobus: un
po scassato, ma cammina e dopo 1h e 50 termina gli 85 km di percorso e noi siamo
nuovamente nella nostra casa di Koungheul.
Un rapido pranzo (insalata e frutta) e poi eccoci qui in attesa di un
incontro con gli animatori per preparare la grande riunione di domani con i contadini. Tra
laltro dovrò concordare con Andrea un mio intervento in francese, credo sia atteso
visto che per loro la figura del Presidente (il capo) è sempre importante, e siccome
dobbiamo preparare il passaggio di consegne, sarà necessario.
Mentre Andrea parla con Otis e Nafi faccio alcune commissioni, vado
dalle Suore per cambiare dei soldi e parlare con loro del passaggio di consegne della
contabilità da loro a Simona. Mi incontro quindi con lei per spiegarle alcune cose in
merito. Andrea completa la spiegazione.
Tra una cosa e laltra è ora di cena, i padri ci chiamano perché è tardi. Stasera
siamo con P. Mimmo, il superiore di delegazione e p. Alexander, oblato senegalese che vive
con lui qui a Kounghuel.
Dopo cena (verso le 23.00) non possiamo andare subito a dormire perché è rimasto in
sospeso la definizione del mio intervento di domani e altri aspetti legati alla
contabilità. Torniamo a casa e siamo a lavoro fino alle 1.30 di notte.
Anche il penultimo giorno a Koughuel è finito.
Giovedì 16 marzo
La giornata inizia presto e di corsa per alcune commissioni urgenti da fare per forza in
mattinata prima della riunione in quanto domani è festa grande ed è tutto chiuso. Nel
pomeriggio subito dopo la riunione bisogna andare a Kaolack a riprendere la macchina dal
meccanico.
Quindi alla banca con Simona per la firma sul nostro conto per la contabilità residua del
progetto, dalle suore a stampare la convenzione con i Padri, da p. Mimmo Arena per
consegnarla e intanto cominciano ad arrivare i contadini anche se arrivano molto
lentamente tanto che iniziamo alle 12.00!
Sono però presenti i rappresentati di tutti i villaggi del progetto e si comincia a
parlare dei rimborsi del credito, del miglio, ecc. ecc.
Ma la cosa più interessante è aver notato ancora un certo entusiasmo soprattutto in
alcuni giovani, di fronte alla struttura associativa creata e, nonostante le inevitabili
difficoltà, hanno tutti gli strumenti per poter crescere.
Come si è ribadito oggi, già a partire da questanno sarà
necessario cercare nuovi partner sul posto, tra le altre organizzazioni di contadini, o
anche tra le federazioni. Su questo aspetto possiamo contare, come ci aveva anticipato il
direttore della Caritas, sullappoggio di Simeon Coly che sta svolgendo un prezioso
lavoro di consulenza e di appoggio.
La cosa interessante per me oggi è stato il mio "battesimo" di fronte ad una
platea così anomala per le mie abitudini: 30 contadini africani che, in attesa della
traduzione, mi sentivano parlare una lingua strana che assomigliava al francese pensando
chissà che cosa. E poiché non lo sapremo mai, mi consolo con la soddisfazione di aver
finalmente detto qualcosa in modo diretto a queste persone senegalesi per i quali si è
tanto lavorato in questi anni. Soddisfazione amplificata dai soddisfacenti risultati
raggiunti e dalle parole di P. Alexander OMI Senegalese presente alla riunione che ci ha
ringraziato di aver fatto nascere in questa gente la voglia di fare qualcosa per
migliorare. Credo che sia il complimento migliore che una ONG potesse ricevere.
Naturalmente i complimenti li abbiamo ascoltati noi ma erano indirizzati a tutti i
volontari che hanno lavorato in questi anni in Senegal ai quali, tramite queste pagine
estendo il ringraziamento della gente incontrata oggi.
Alle 15.30 si finisce con il pranzo: ceeb buu jen. Finito il pranzo Andrea parte
per Kaolak e io resto qui a casa a sistemare u po di carte, a salutare le ultime
persone, a preparare alcune ricevute: il progetto è ancora in marcia e la nostra presenza
in questi giorni è servita per pagare varie spese del progetto. Ho avuto anche la
piacevole sorpresa di sapere che le donne di Keur Ablaye (quelle dei tessuti) hanno un
regalo per me! Stasera lo andrò a prendere.
Ora attendo Andrea e poi a cena dalle suore, ultimo impegno di
"pubbliche relazioni missionarie" , intanto devo passare da padri per la
convenzione.
Si comincia quindi a salutare.
Domani ultima giornata, metà della quale in viaggio per Dakar. È il
giorno della grande festa mussulmana e troveremo tutto chiuso, ma ci sarà il vantaggio di
poter visitare la città senza confusione. Forse.
Venerdì 18 marzo
Si parte davvero. Ultimi saluti e prima sosta a Kaffrine per prendere
p. Mario che viene con noi a Dakar. Seconda sosta a Kaolak a casa di Simeon Coly che ci
aspetta per salutarci e farmi conoscere la famiglia.
Alle ore 15.00 siamo a Dakar. Abbiamo un pomeriggio libero visto
che l'aero è a mezzanotte. E, anche se p. Pippo mi chiede il favore di controllargli un
problema al computer, riusciamo a fare un po' i turisti. In un paio d'ore con la macchina
facciamo il giro vedendo le zone principali di Dakar, spiagge comprese (rimango con il
desiderio di fare il bagno nell'oceano, ma i piedi riesco a bagnarli). Alle 18.00 torniamo
alla missione per veder il problema informatico e dopo la cena con i padri, si parte.
La sensazione a caldo di questo viaggio breve ma molto intenso, è di
aver fatto un cosa dovuta. Erano molti anni che il presidente del Comi non faceva una
visita in Senegal e invece ... ne valeva proprio la pena.
Tanti anni di presenza nostra a Koungheul si vedono, si vedono nelle
opere realizzate ma soprattutto nelle parole dei contadini e dei nostri collaboratori
locali, nelle persone formate, nei giovani dei villaggi che hanno qualche prospettiva in
più.
La concreta possibilità di rimanere in zona con il progetto di
Kaffine, mi consola, e in questi momenti di nostalgia mi aiuta a credere che io in Senegal
... ci tornerò!
Giovanni |