UOMINI NUOVI PER
UN MONDO NUOVO

NUMERO 2 GIUGNO 1999

EDIZIONE ON LINE

INDICE

LA PRIMA VOLTA IN AFRICA

ASSEMBLEA ANNUALE
Resoconto dell’assemblea dei soci

I NOSTRI VOLONTARI CI DICONO
Alcuni flash dai volontari impegnati nei progetti in Africa

Campagna per la remissione del debito
Parte la campagna della Chiesa Italiana per la riduzione del debito dei PVS

Notizie


Carissimi,

PARTO PER L’AFRICA
Dopo tanti racconti, tante foto, diapositive, parole lette su relazioni e progetti è arrivato il momento di toccare con mano.
Così come era accaduto con l’esperienza in Uruguay il dato certo di questo viaggio sarà la conoscenza diretta, anche se molto limitata, di una realtà; sarà il rendersi conto che una cosa è il sentire il racconto un’altra è "entrare dentro" lo stesso.
Questo lo dico con sicurezza anche se sono ancora fermo sull’aereo per N’Djamena sulla pista dell’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi.
Sto andando in Africa. E ci vado accompagnato, sul video dell’aereo, dalle tristi immagini della guerra nei Balcani.
Lascio la visione di sofisticati strumenti di morte per andare a vedere semplici e poveri strumenti di vita. Ora ho negli occhi Tornado, F16, B62, aerei invisibili ... vedrò l’aratro, la pompa manuale dell’acqua, il piccolo magazzino per i cereali.
Parto quindi con questa tristezza ma anche con una buona dose di speranza. Speranza che al ritorno possa raccontare di quegli strumenti di vita visti senza avere sullo sfondo le immagini degli strumenti di morte.
E intanto a Fiumicino accompagnava la mia partenza uno splendido arcobaleno.

SONO IN AFRICA
Eccomi qui in uno dei "bucarot" della missione di Djouman, sede dei volontari del Comi impegnati in questi anni nel progetto.
La missione procede ottimamente, gli obiettivi del mio viaggio sono stati raggiunti e come dicevo prima di partire, ora posso dire cosa è un progetto, cosa significa il lavoro dei volontari, quali sono le loro sensazioni.
Dalla finestra si vede il fiume Logone e dei bambini dalla faccia scura che mi ricordano le emozioni che sto vivendo in questi giorni.
La Settimana Santa in Africa non credo si possa ripetere spesso ed in particolare una messa del Giovedì Santo ascoltata in Tupurì sotto gli alberi in un piccolo villaggio raggiunto dopo con un’ora di macchina su una pista in mezzo alla brusse (boscaglia).
Quando il missionario parlava della imminente morte di Gesù da Lui accettata per la salvezza di tutti gli uomini in tutto il mondo non ho potuto non guardarmi attorno e pensare che sì, era proprio vero: per tutti gli uomini di tutto il mondo, anche per quei Tupurì di Ngara, in quel villaggio sperduto nel centro dell’Africa, anche per tutti gli uomini e donne presenti nei villaggi del nostro progetto.
Lo dicevo nella precedente lettera e lo confermo ancora di più anche da qui: noi non possiamo, e forse non dobbiamo, cambiare totalmente la situazione di questo popolo, ma abbiamo il dovere di impegnarci perché soffra di meno. E’ sconvolgente leggere, su un documento fatto da un tecnico locale dal significativo titolo "la penuria alimentare", che in alcuni mesi dello scorso anno in diverse zone di questa diocesi la gente ha mangiato una sola volta alla settimana …

SONO TORNATO DALL’AFRICA
La speranza di tornare e trovare finita la guerra nei Balcani è rimasta tale. Anzi la guerra si sta protraendo per troppo tempo. Chissà, forse quando leggerete queste righe sarà finita o forse no. Certamente i suoi effetti saranno ancora sotto i nostri occhi.

Riflettere su quello che ho visto in Ciad con questo scenario di guerra che i nostri media ci trasmettono continuamente non è semplice.
Le immagini delle situazioni di crisi e di emergenza sono sicuramente più toccanti e suscitano forti sentimenti di solidarietà. Ecco quindi il successo delle varie raccolte di aiuto per i profughi, delle varie missioni umanitarie. Spinti dalla incessante pubblicità la missione Arcobaleno sta mobilitando un’intera nazione. Tutto giusto e tutto bello.

Però non è giusto smettere di pensare, oltre che alle tante altre situazioni di emergenza meno pubblicizzate (Sudan, Sierra Leone, Timor Est, ecc), anche a chi la sofferenza la vive sempre, giorno per giorno, anno per anno, generazione per generazione.
Non è giusto non pensare , ai bambini di Ngara che sono tutti affetti di schistosomiasi la malattia che fa diventare la pipì rossa, agli abitanti di alcuni villaggi della zona di Bongor che solo 8 mesi fa ha mangiato, come dicevo prima, per due mesi una volta a settimana, a tutti gli abitanti del Ciad e allo loro situazione alimentare così precaria che basta una stagione delle piogge non regolare e non mangiano…

Non è giusto non pensare anche ai nostri piccoli progetti.

La valutazione del progetto che si è chiuso a Djouman ha evidenziato tra le altre cose, che l’obiettivo della sicurezza alimentare attraverso la gestione del raccolto per mezzo dei granai è stato raggiunto in diversi villaggi. Del resto lo stesso Marco mi raccontava che nei periodi duri dello scorso anno i villaggi con i granai del progetto hanno affrontato meglio la cosiddetta "famine".
Questo ci deve stimolare a continuare! C’è bisogno del nostro, pur piccolo, aiuto! Delle nostre, pur misere, attività di raccolta fondi! Dei nostri progetti.
Certo vorremmo risolvere molto di più, vorremmo far stare meglio molta più gente ma facciamo quello che possiamo.
Con più aiuto, con più mezzi, con più persone che collaborano si potrebbe fare molto di più.
A proposito … quanto sta costando la guerra nei Balcani…?

Un saluto a tutti

Giovanni

 

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ASSEMBLEA ANNUALE

Il 21 marzo scorso, presso i locali dello Studentato OMI di Vermicino (Roma) generosamente messo a nostra disposizione dai Padri Oblati, si è svolta l’Assemblea annuale della nostra Associazione.

Il Presidente, Giovanni Baglivo, ha aperto i lavori con la relazione consuntiva e propositiva, in cui ha sottolineato come l’entusiasmo sia la spinta iniziale – e non solo iniziale che deve accompagnarci nello svolgere i vari compiti inerenti ai diversi aspetti del volontariato. Questo fare, poi diventa più scorrevole nel realizzare insieme gli obiettivi poggiando sulla Parola "Andate in tutto il mondo" che vuol dire, non solo i lidi lontani, ma anche quelli qui, accanto a noi.

Fra i punti principali toccati:

la partecipazione al C.F.O. (organo di raccordo fra tutte le realtà presenti tra gli Oblati in Italia);

il costituirsi di un gruppo di giovani a Messina che segue un corso di formazione del COMI in loco;

l’eventualità di un nuovo progetto in Senegal, accanto agli OMI;

una tavola rotonda, realizzata con la partecipazione di Lotario Paladini, e insieme ad altri Organismi, in particolare sulla situazione in Sierra leone;

la vendita di panettoni a Natale (per il quale è stato notevole l’impegno del gruppo di Messina e di Daniele Merlani a Padova) che ha avuto un buon esito grazie alla partecipazione di molti;

la selezione, formazione e invio di due infermerie in Senegal, ingaggiate presso il dispensario delle Suore Francescane dei Poveri;

Si auspica che anche il "Movimento Giovanile Costruire"o l’ "Ammi" possano vedere nel COMI uno strumento per la realizzazione di un servizio missionario ad Gentes, compatibilmante con le esigenze di professionalità dei progetti.

All’assemblea era presente anche il nostro assistente P. Sante Ronchi che ha dettato dei forti punti di riflessione in apertura di giornata. Nel pomeriggio si è dedicato largo spazio al dibattito e si è sottolineata l’importanza di lavorare nell’ambito di territori precisi (parrocchie e scuole) anche insieme ad altre ONG.

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I NOSTRI VOLONTARI CI DICONO

"L’idea di poter fare un servizio di volontariato mi è venuta a seguito di un discorso fatto con mia moglie Gabriella (un’infermiera italiana n.d.r.) e poi confermata nel corso di una giornata di formazione del COMI, durante un mio soggiorno in Italia. Si trattava del desiderio di poter tentare questa "avventura" come tutti gli europei che decidono di abbandonare il benessere di una vita in Occidente e recarsi in un paese in via di sviluppo – che nel mio caso era il Ciad – in Africa.
Le difficoltà qui al Centro di Guyu, nascono dal fatto che stiamo avviando qualcosa di nuovo e, come per tutti gli inizi, bisogna armarsi di tanta pazienza.
Un altro fattore che può creare qualche problema è la viabilità della delle strade in questa zona e, quindi nella stagione delle piogge si rimane isolati.
Nel prossimo futuro potrò raccontarvi qualcosa di più dettagliato e interessante su questo progetto e sulle famiglie che vi partecipano."

(Natoj, volontariato ciadiano)

 

"L’esperienza del volontariato è stata, nel complesso, positiva. Mi attirano le attività nuove e impegnative, ma che poi portano ad una crescita personale.

Lavorando con altre persone di altre culture sono costretta a riflettere sui valori della mia cultura e ricavarne utili confronti. Il mondo ora , per me, si è fatto più piccolo e non mi riesce più di tirare un sospiro di sollievo solo perché la sofferenza di un popolo, a causa della guerra o della carestia, sta dall’altra parte dell’oceano. Sono riuscita a costruire ponti e rapporti con persone di altre culture che ora considero "miei vicini" e i loro problemi diventano i "nostri problemi".
Credo che il volontariato sia stato valido non solo per la gente africana, ma anche per me. Ci sono stati anche momenti frustanti, naturalmente, ma sono ormai superati. Ciò che invece mi porto dietro è la generosità delle persone nei miei confronti, e piccoli aspetti - anche distensivi – della vita di ogni giorno o i visi delle persone in mezzo alle quali ho vissuto.
Per quanto riguarda il progetto del COMI per il quale ho lavorato in questi ultimi tempi, devo dire che l’Organismo è stato all’altezza delle mie aspettative, ma anche ribadire che siamo consapevoli che non basta semplicemente inviare denaro per sostenere un progetto, in quanto il progetto di sostegno e sviluppo comporta un’operazione molto più complessa. Auspicherei un procedimento costante di revisione del lavoro svolto, cercando di ampliarne l’aspetto positivo con un procedimento essenziale per uno sviluppo più incisivo."

(Carol, volontaria americana)

 … Come primo impatto diciamo che è andato bene: la fase dell’ambientazione è senz’altro positivo. Dalla prossima settimana iniziamo a vivere nella nostra casa perché finora eravamo presso le Suore che comunque, ci hanno accolto e ci hanno fatto sentire in famiglia.
Anche l’ambiente di lavoro è piacevole, nonostante in certi giorni i ritmi siano un po’ stressanti … L’ostacolo maggiore che incontriamo è la lingua perché i pazienti, chiaramente, non parlano il francese e non danno il tempo di farci tradurre tutto durante le consultazioni … … … ..
Siamo felici di essere in Africa !

Un saluto a tutto il COMI e un "grazie" per il vostro appoggio.

(Simona e Luisella, infermiere presso il dispensario delle Suore Francescane dei Poveri in Senegal)

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Campagna per la remissione del debito

I Paesi in via di sviluppo sono indebitati per oltre 2000 miliardi di dollari. La causa di questa situazione è imputabile anche ad un cattivo uso del denaro ricevuto in prestito, ma la responsabilità principale del fenomeno risiede nel fatto che sono stati concessi prestiti in maniera irresponsabile e che i governi di politica neoliberista, tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, hanno aumentato gl’interessi e fatto alzare il dollaro al punto da rendere impossibile il pagamento dei debiti.

Questa situazione ha causato fenomeni dolorosi d’impoverimento delle popolazioni. Ad esempio, in Africa, alcuni paesi pagano in media ogni anno per questi interessi, una cifra quattro volte superiore a quella destinata a finanziare sanità e scuola. Di fatto la cifra è talmente immensa da non essere ormai rimborsabile se non al prezzo del non-sviluppo dei paesi debitori.

Con tutti i volontari della FOCSIV, adottiamo lo slogan "FAR PASSARE LA VITA PRIMA DEL DEBITO" e aderiamo all’appello per la cancellazione dei debiti.
Il Papa ha più volte lanciato un appello in questo senso, in particolare ha auspicato la cancellazione dei debiti nell’Enciclica "Tertio Millennio Adveniente" in rapporto al prossimo Giubileo.
Che cosa possiamo fare?
Si tratta di un argomento ancora poco e male conosciuto. Sarebbe opportuno informarsi per diffondere informazioni relative alle origini e cause del debito, alla situazione attuale, alle possibili vie di soluzione perché ad ogni persona di buona volontà sia possibile conoscere le attuali condizioni di vita del Sud, confrontarle con quelle del Nord e avviare uno stile di vita che dimostri coerenza tra i nostri comportamenti

La campagna verrà presentata a tutti i Vescovi italiani in occasione dell’Assemblea annuale della CEI in maggio. Si prevede, poi, una grande assemblea pubblica per informare più al largo. Oltre alla Chiesa, anche il Governo dovrà assumersi degli impegni.

In un’intervista rilasciata all’"Avvenire", l’ex Ministro del Tesoro ora neo Presidente della Repubblica, Ciampi ha detto che "l’Italia cancellerà 2800 miliardi di crediti bilaterali".

Mons. Andreozzi, direttore dell’ufficio CEI per la cooperazione missionaria, membro del Comitato ad hoc, ha detto: "vogliamo favorire una presa di coscienza del legame concreto di ciascuno di noi con i Paesi più poveri. Tutto questo richiede un forte impegno di sensibilizzazione. Alla fine, così, un complesso problema politico e finanziario dovrebbe tradursi un un’autentica sfida educativa per la Chiesa, con l’intento di "riuscire a far vivere alla base ecclesiale il Giubileo come momento che collega la carità con la giustizia". In altri termini, si potranno elaborare dei progetti di sviluppo nei quali investire i fondi ottenuti con l’operazione di conversione del debito.

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Notizie

E’ NATA LA

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E’ un modo diverso di pensare al denaro. Nasce dopo anni di lavoro e tanti incontri in mezzo alla gente, in tutta Italia, per una banca fondata sulla solidarietà e che possa essere uno strumento di crescita per il settore ‘no profit’. "Quello che ci preme non è il denaro, ma la persona. Il denaro deve tornare ad essere solo uno strumento" ha detto il presidente Fabio Salvato.

Attualmente ha solo uno sportello a Padova, ma i suoi prodotti sono raggiungibili tramite accordi con altre banche (es. Banca Popolare di Milano e Banco Ambrosiano Veneto).

Conta oltre 13.000 soci e circa 2.000 persone giuridiche fra associazioni ed enti che hanno raccolto i 12 miliardi e mezzo necessari per darle vita.

Anche il Comi ha deciso di associarsi.

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