DOCUMENTO BASE

INDICE
 
Premessa
Cenni storici
Radici
Motivazioni basilari
La scelta rioritaria dello sviluppo
Le caratteristiche
      Scelta di vita
      Gratuità
      Condivisione
      Comunità
      Universalità
La formazione
Legenda
 
C.C.    Comunione e Comunità
L.G.    Lumen Gentium
S. r.s.   Sollicitudo rei socialis
A.A.    Apostolicam Actuo sitatem
P.P.    Populorum progressio
E.N.    Evangelii Nuntianti
Lc.    Vangelo di San Luca
R.M.    Redemptoris Mater

PREMESSA

A quindici anni dalla nascita dell’Associazione C.O.M.I. essendo mutato il panorama storico, politico e sociale, sia nazionale che internazionale, l’Assemblea dei soci ha riscontrato l’esigenza di redigere un documento che delinei i valori che i singoli membri sentono come propri in quanto frutto dell’esperienza di vita maturata e condivisa in questi anni.

Tali valori, anche attraverso questo documento, vengono riproposti agli stessi soci e presentati come scelta di vita e di impegno a coloro che hanno coscienza di appartenere ad un’unica famiglia: quella dell’uomo.

Il documento si articola nei seguenti punti:

  • un analisi storica sull’origine e le motivazioni basilari che hanno generato e sostenuto l’Associazione;

  • l’indicazione della scelta di campo e delle caratteristiche peculiari della stessa.

CENNI STORICI

 L’Associazione di laici C.O.M.I. si è costituita con atto notarile il 1/2/1973. E’ divenuta membro della F.O.C.S.I.V. (Federazione degli Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario) ed ha avuto il "riconoscimento d’idoneità" da parte del Ministero Affari Esteri nel 1974.

Nata dall’esperienza missionaria dell’istituto delle Cooperatrici Oblate Missionarie dell’Immacolata - di cui conserva la sigla nella propria denominazione - si è aperta, dopo oltre un anno dalla sua costituzione, alla partecipazione di altri laici esterni all’Istituto.

Nei tre anni successivi fu altamente intensificata la partecipazione alla vita della F.O.C.S.I.V., si iniziò un cammino costante di formazione e si intrapresero le prime attività di informazione mentre per ciò che concerne la formazione dei volontari ci si avvalse della collaborazione del centro giovanile di Marino (RM) dei missionari Oblati di Maria Immacolata.

Nel 1978, il nuovo Consiglio di Amministrazione si preoccupò, per prima cosa, di redigere un regolamento interno, poi di suddividere le varie attività in diversi settori affidandoli individualmente ad un determinato consigliere, ed infine, di ridare una sistemazione amministrativa generale. Di anno in anno furono poi approfonditi i contenuti di ogni settore, con particolare attenzione a quello della formazione, mentre contemporaneamente venivano portate avanti e migliorate tutte le attività dell’Associazione; da citare la nascita del periodico "Uomini Nuovi" .

Questo secondo periodo, ricco di problematiche, ha evidenziato come l'impegno nel volontariato sia una chiamata, una scelta di vita.

RADICI

La nascita dell’Associazione dall’istituto delle C.O.M.I.(1) ha fatto sì che alcuni aspetti della loro spiritualità, scaturita dal carisma del Beato Eugenio de Mazenod,(2) fossero, già dagli inizi, al centro dell’attenzione dei primi aderenti.

L’Associazione poi, coadiuvata anche da un assistente ecclesiastico, scelto tra gli OMI, si é aperta all’incontro con la Chiesa locale e, nella sua pur breve storia, ha visto evidenziarsi i seguenti elementi propri della spiritualità oblata:

  • il riconoscere ed accogliere Gesù Cristo, salvatore di tutti, come l’origine, il fondamento della nuova umanità;

  • il guardare a Maria come alla creatura che per prima, attraverso un manifesto chiamato "Magnificat", ha testimoniato una novità di vita, in Lei realizzata e proposta all’umanità che la voglia accogliere;

  • l’aprirsi alla fratellanza universale ed alla scelta preferenziale dei più poveri - sia di Dio che di beni terreni - raccogliendo il motto del Beato Eugenio "Mi ha mandato ad evangelizzare i poveri";

  • il costruire costantemente un forte legame comunitario tra i soci, che diventi l’ambiente di accoglienza di giovani che vengono anche solo a chiedere informazioni. L’apertura del primo progetto in Senegal nel 1981 e le richieste di collaborazione di numerosi gruppi interreligiosi apre il COMI al confronto e alla collaborazione con chi non condivide lo stesso ideale: "l’attitudine missionaria della Chiesa... dispone ... ad ascoltare tutti e a confrontarsi anche con coloro che non appartengono... ad esse. Ascolto e confronto per conoscere e per dare, ma anche per ricevere in modo da apririsi sempre meglio al dono della comunione e offrire quelle risposta di salvezza che il mondo attende". (C.C. n.62).

Quanto già detto fa desumere che l’Associazione ha acquisito un’identità che non si riferisce vagamente ai valori cristiani, ma cerca di attualizzarli attraverso i propri membri.

L’identità dell’Associazione è quindi individuabile nelle finalità per cui la stessa è sorta ed, inoltre, per le modalità di partecipazione che tali valori richiedono:

un cammino di fede alla luce della Parola di Dio;

un’esperienza di vera fraternità alimentata da un crescente spirito di comunione;

un servizio gratuito e disinteressato, espressione del dono di se stessi ai fratelli più poveri e della coscienza che siamo tutti figli dello stesso Padre.

MOTIVAZIONI BASILARI

Coscienti che la nostra vocazione di laici è quella di "cercare il Regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio" (L.G. n. 31 ) e ricordando che la vocazione cristiana "è per sua natura anche vocazione all’apostolato" (A.A. n. 2), inseriamo in questo contesto l’ansia di un ideale di fratellanza universale che trova risposta e compimento nell’amore all’uomo.

Quest’amore è un servizio a favore dell’umanità; senza alcun interesse "gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" (Mt 10,8); é "il segno e l’espressione della carità evangelica, che è dono gratuito e disinteressato di se stesso al prossimo, particolarmente ai più poveri e più bisognosi" (discorso del S. Padre alla F.O.C.S.I.V. - 31 gennaio 1981).

É amore canalizzato innanzitutto, verso i defraudati dalla società, gli sfruttati, gli oppressi, gli handicappati, gli emarginati. E’ anticipo, segno e manifestazione della liberazione attuata dalla Parola di Dio: "Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano i lebbrosi vengono risanati, i sordi odono, i morti resuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella" (Rif. Is.35, 5-6; 61,1; Lc. 4,18).

Animati dall’amore di Gesù, ascoltiamo il grido di chi soffre e riconosciamo una situazione di ingiustizia che richiede il nostro impegno a favore dei poveri e degli emarginati. Un impegno che non si esaurisce nelle accuse, nelle rivendicazioni e nelle sterili contestazioni, ma:

La finalità di questo impegno è orientata verso l’uomo che ne è elemento centrale e fine immediato, agente e beneficiario, e verso Dio e verso il Suo Regno come fine ultimo.

LA SCELTA PRIORITARIA DELLO SVILUPPO

L’Associazione, sempre più consapevole "della dignità propria e di ciascun essere umano" (S.r.s. 26), cosciente che il ruolo dei laici all’interno della realtà umana ed ecclesiale è quello di promuovere e liberare l’uomo dalle condizioni di frustrazione e schiavitù attraverso la scienza, la tecnica, l’economia, la cultura, le arti, la comunicazione sociale ecc. (E.N. 70); sapendo che "l’obbligo di impegnarsi per lo sviluppo dei popoli ... é un imperativo per tutti e per ciascuno" (S.r.s. n.32) da realizzarsi:

vuole operare per lo sviluppo della famiglia umana e, in linea con l’attenzione particolare che riserva ai più poveri, vuole:

I frutti di tale scambio contribuiscono alla creazione di una nuova cultura attenta ai problemi dello sviluppo e alla educazione alla mondialità.

Valutando tra i segni positivi della realtà contemporanea "la crescente consapevolezza dell’interdipendenza degli uomini e delle nazioni .... Uomini e donne, in varie parti del mondo sentono come proprie le ingiustizie e le violazioni dei diritti umani" (S.r.s. 38) e riconoscendo che "i beni della creazione sono destinati a tutti" (S.r.s. 39), l’Associazione si impegna a fornire risposte di solidarietà che investano tutto l’uomo nella sua completezza e interezza ed esprimano fratellanza umana.

L’Associazione sostiene che la solidarietà non può avere quell'incisività e quei frutti che si auspicano nel campo sociale se è soltanto improntata da spirito umanitario, ma è certa che deve spingersi oltre, dando al termine solidarietà tutto lo spessore e la forza dell’amore evangelico vissuto.

LE CARATTERISTICHE

Guardando al Vangelo come "la Parola" capace di rinnovare dalle fondamenta questa nostra umanità, l’Associazione vuole vivere le proprie radici, motivazioni e scelte con le seguenti caratteristiche:

Scelta di vita

Il volontariato non è un passeggero momento "diverso" in cui ci si lascia prendere da infatuazioni giovanili, ma una scelta di vita commisurata ai propri talenti, alla propria vocazione, alla propria disponibilità. Essa si pone come trasformazione, come vita nuova del nostro essere che comincia ad affrontare in una precisa dimensione ogni fatto quotidiano ed in particolare ogni problema sociale.

Non si tratta quindi tanto di scegliere di dare risposta a situazioni quanto di una predisposizione interiore che fa operare atti concreti qui in Italia come nei paesi del Terzo Mondo o in qualsiasi altro luogo ove l’uomo non può vivere compiutamente la sua dignità. In questa logica di libertà d’animo possiamo vivere sempre nuove prospettive di impegno.

Perciò, l’Associazione propone:

Gratuità

L’Associazione contro l’egoismo che crea "strutture di peccato" (S.r.s. 36) e l'eccessiva sete di danaro e di potere, propone il servizio all’altro con spirito di gratuità.

La gratuità, questo modo di relazionarsi agli altri in maniera benevola e che non ricerca corrispettivo di qualsiasi natura, universalmente riconosciuta come caratteristica degli organismi di volontariato, è anzi precedente alla stessa scelta di volontariato.

Come è già stato accennato nel capitolo "Le caratteristiche", la gratuità è connaturata al dono stesso della vita: "Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date", (Mt. 10,8). Infatti l’atto stesso dell’origine, la creazione, è un atto di puro amore "Dio creo l’uomo a sua immagine..." (Gen.1.27) un gesto di gratuità e di comunicazione della propria vita.

L'Associazione propone quindi la gratuità e, attraverso essa, intende riportare l’uomo, specialmente quello nel bisogno, al centro dell’attenzione pubblica e dell’intervento sociale. Infatti, la gratuità, fatta servizio, diviene progetto comune.

Infine l’Associazione sperimenta come la gratuità, per sua natura genera un arricchimento reciproco derivante dall’offerta di sé e dall’interscambio dei valori.

Condivisione

Un atteggiamento di profonda apertura é alla base del valore della condivisione, poiché essa necessita anzitutto della presa di coscienza del mondo circostante e dei problemi che lo tormentano.

Portare í pesi gli uni degli altri, gioire con chi è nella gioia e piangere con chi è nel pianto, questa è la condivisione; espressione e incarnazione di una comunione che non nasce dalla semplice solidarietà con l’altro, ma che la trascende radicandosi nell’amore trinitario.

La condivisione, ovvero "il farsi carico dell’altro", è espressione di profondo rispetto e partecipazione ad una esperienza che da personale diviene così comune.

Da quest’atteggiamento d’animo nasce anche l’esigenza di agire insieme; nel rispetto dell’individualità, nel dialogo e nella comprensione reciproca è poi possibile operare, nella condivisione, progetti di cambiamento che diano speranza, che siano risposta ai problemi che assillano l’umanità.

Comunità

"La condivisione della fede e di un serio impegno cristiano riunisce spesso alcune persone in gruppi omogenei, sia per affinità personali che per particolari carismi o specifici compiti di evangelizzazione o di promozione umana. Così un po’ dappertutto fioriscono nella Chiesa tante piccole comunità...."(C.C. 45).

L’Associazione ha vissuto e vive l’esperienza descritta dai vescovi ed è cosciente che ogni forma comunitaria "nasce dalla comunione" e "si costituisce sulla base di rapporti visibili e stabili che legano fra loro i credenti nella comune professione della fede" (C.C. 15).

É indispensabile, quindi, per costruire le comunità, dare corpo a tali legami stabili e soprattutto acquisire una mentalità di comunione e poi estrinsecarla nella fede e nella carità.

Per perseguire l'unità è però indispensabile la carità che "trova la sua prima espressione nel dono scambievole della preghiera" e "si esalta...nella reciproca accettazione di tutte le persone e della pluralità di esperienze quando queste sono espressione autentica e tra loro complementare dello Spirito Santo" (C.C. 62).

La fede, dono personale, impegna alla comunicazione:

" ...Il vivere di fede alimenta incessantemente e spinge a comunicare a chi ancora non la possiede. La fede, in altre parole, apre al circuito della comunione, immette nella sua grazia, nella sua vita e chiama ad espanderla e a donarla" (C.C. 59).

Creare una mentalità di comunione ci impegna a vivere alcuni valori umani quali l’attitudine a pensare ed elaborare insieme progetti comuni, a condividere gli impegni e ancora il miglioramento della comunicazione, il rispetto e la stima reciproca.

I Vescovi ci dicono che "preliminare ad ogni realizzazione di comunità è anzitutto la capacità dell’ascolto" (C.C. 64) che l’Associazione fa propria in maniera generale in quanto è cosciente che "nell’ascolto il rapporto interpersonale si fa quindi accettazione e donazione nella reciproca carità che si esprime nella correzione fraterna, nello spirito di servizio, nel perdono" (C.C. 64) ed anche in maniera peculiare poiché è sempre stato elemento caratterizzante del COMI aver accolto profondamente tutte le persone che si sono accostate all’esperienza del volontariato.

L'accoglienza infatti non si limita al semplice ascolto, al rispetto per l’altro, alla coscienza che l’altro è per noi come dono, ma lo inserisce subito nell’ambito familiare dell’Associazione dove egli perde la propria estraneità all’ambiente e riconoscendosi appartenente alla famiglia umana, nell’espressione dei suoi migliori valori, valorizza i propri talenti e subito si inserisce esprimendo così il dono di sé.

La comunità ha come unica legge e norma di vita il comandamento nuovo di Gesù "amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi". É questa anche la condizione indispensabile perché essa possa rendere un autentico servizio al mondo di oggi assetato di giustizia, libertà e verità.

Universalità

L’Associazione intende vivere e promuovere la solidarietà universale "come condizione indispensabile, autonoma e libera disponibilità... ad accettare i sacrifici necessari per il bene della comunità mondiale" (S.r.s. 45) "La collaborazione allo sviluppo di tutto l’uomo e di ogni uomo, infatti, è un dovere di tutti verso tutti e deve, al tempo stesso, essere comune alle quattro parti del mondo: Est e Ovest, Nord e Sud... ai diversi "mondi".

Se al contrario, si cerca di realizzarlo in una sola parte, o in un solo mondo esso è fatto a spese degli altri; e là dove comincia, proprio perché gli altri sono ignorati, si ipertrofizza e si perverte" (S.r.s. 32).

L’Associazione è cosciente che la nostra comune figliolanza di Dio, la fratellanza in Cristo e l'azione dello Spirito Santo sono i principi fondamentali dell’appartenenza ad un’unica famiglia e della fraterna ed operosa solidarietà universale.

 

LA FORMAZIONE

L’Associazione è consapevole che per realizzare quanto sopra - spiritualità, ideali, caratteristiche - occorre un’adeguata formazione umana e cristiana.

Tale formazione, che è un elemento vitale ed indispensabile sia per i volontari in partenza che per tutti coloro che desiderano impegnarsi come quadri dell’Associazione, non mira soltanto all’aspetto tecnico-professionale, ma piuttosto comprende tutto quanto può essere di aiuto alla maturazione umana e all’assolvimento di ruoli specifici.

I candidati volontari, in particolare, hanno diritto di conoscere a fondo la portata di quanto intendono assumersi, per operare conseguentemente una scelta consapevole e responsabile. Devono essere informati su tutto ciò che comporta sia il volontariato in genere che il volontariato di ispirazione cristiana, in particolare quello del COMI, e nello stesso tempo devono essere aiutati a conoscersi sempre di più e sempre meglio, riguardo alle proprie attitudini, capacità e motivazioni in rapporto alla scelta operata. Devono seguire un particolare cammino per acquisire gradualmente quei valori e atteggiamenti umani e spirituali indispensabili per realizzare, nella fraternità, amicizia e comunione di fede e d’ideali, con gli altri volontari, le finalità che il COMI si prefigge. In particolare, devono tener presente le responsabilità che hanno in quanto laddove svolgeranno servizio, il COMI sarà rappresentato da loro e quindi giudicato sulla base del loro operato.