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La storia dell'IRI

La costituzione dell'Archivio storico IRI

La struttura dell'Archivio

Criteri di intervento

























La storia dell'IRI      torna al sommario

L'IRI - Istituto per la Ricostruzione Industriale é é istituito nel 1933 come ente di diritto pubblico [Con regio decreto legge 23 gennaio 1933 n. 5, convertito poi in legge 3 maggio 1933, n. 512 (G. U. n. 19 del 24 /01/1933)], con il fine di riorganizzare da un punto di vista tecnico, economico e finanziario, le attivitá industriali dell'Italia colpita, come il resto del mondo occidentale, da una crisi economica e finanziaria senza precedenti.
L'IRI nasce a ridosso dell'anno peggiore della crisi, il 1932, "in sordina" e con un carattere "transitorio", appare come una soluzione tampone per far fronte ad "eccezionali vicende finanziarie". Ed in questo senso, é articolato in due organismi autonomi: uno, la SEZIONE SMOBILIZZI, dedicato alla gestione delle rilevanti partecipazioni industriali provenienti dai portafogli azionari delle grandi "banche miste", l'altro, la SEZIONE FINANZIAMENTI, destinato a provvedere le necessarie risorse finanziarie a quelle imprese industriali "orfane" del sostegno fino ad allora assicurato dall'indebitamento bancario a medio termine.
Le vicende immediatamente successive determineranno il superamento di questo modello organizzativo, per il quale l'IRI era espressione, per il carattere della sua temporaneitá, della convinzione governativa che la crisi, che aveva colpito l'economia italiana, potesse essere superata attraverso la restituzione al capitale privato delle azioni delle imprese industriali che erano nel portafoglio delle banche di affari affidate all'Istituto, appositamente creato.
La soppressione della SEZIONE FINANZIAMENTI, con il passaggio delle sue competenze all'IMI, e la trasformazione nel 1937 dell'IRI da ente provvisorio a struttura permanente di gestione di partecipazioni industriali, sanciranno sia l'impossibilitá di affidare nuovamente alle cure di imprenditori e investitori privati la sistemazione di patrimoni industriali bisognosi di interventi radicali di riorganizzazione, sia l'inadeguatezza dello strumento finanziario cosí come si era delineato all'origine.
L'IRI assunse la figura di una holding e le aziende che caddero sotto il suo controllo mantennero la forma giuridica della societá per azioni, prevedendo una articolazione in tre diversi stadi: alla base si trovavano le societá che svolgevano l'attivitá produttiva propriamente detta. Queste societá, in gruppi omogenei, facevano capo a societá finanziare di settore, originariamente Stet (1934); Finmare (1934) e Finsider (1937), cui si aggiungeranno dopo la guerra, Finmeccanica (1948) e Finelettrica (1952) che, a loro volta, erano controllate dall'IRI:
"Questo organismo - sottolinea Pasquale Saraceno, uno dei protagonisti di primo piano della vita dell'ente, artefice delle scelte strategiche - é dotato di propria personalitá giuridica e di propri organi direttivi. E' separato sai dal punto di vista giuridico che da quello funzionale, dall'amministrazione dello Stato. L'ente e le finanziarie non svolgono attivitá industriale: questa é riservata alle aziende controllate. Queste ultime sono organizzate in societá per azioni sulla base del diritto privato. Una simile "formula" permette a privati risparmiatori di partecipare come azionisti al capitale e quindi ai rischi di aziende controllate dallo Stato: una forma di cooperazione tra capitale pubblico e capitale privato".
Emerge cosí l'attribuzione all'IRI della missione di gestire imprenditorialmente un gruppo industriale formato da societá per azioni regolate dal diritto privato e strategicamente orientate al mercato attraverso la guida di una holding capogruppo sotto il controllo di una holding di settore.
Si tratta di una struttura che, sia pure attraverso la mediazione di un ente pubblico, riprende i caratteri delle grandi holding che si andavano affermando, ancorchè in forme embrionali, a livello internazionale: in esse si affiancava, al controllo sui costi di produzione, la possibilitá di diversificare la presenza settoriale delle societá controllate, adattando la struttura dei gruppi all'evoluzione delle tecnologie ed all'emergere di nuovi settori [Umberto Del Canuto. Alcuni dati illustrativi dei mutamenti intervenuti nella struttura del gruppo Iri nel tempo, misurati a partire dalle variazioni della sua occupazione, estratto dal volume: Scritti in onore di Alberto Mortara, vol. 1 Franco Angeli, Milano , 1990. Si consiglia la lettura di questo saggio per farsi una idea complessiva sintetica dell'attivitá dell'Iri come holding e delle finanziarie, il tutto con una descrizione dell'evoluzione dei dati dell'occupazione del Gruppo dal 1938 al 1987.].
Con il 1937, l'Istituto assumendo stabilmente la forma e la funzione di holding industriale, consolida il carattere imprenditoriale, oltrechè finanziario, della propria gestione, anche se un'azione del genere era stata giá avviata nel primo quadriennio di vita dell'istituto (tra il 1933 ed il 1937):
Il nuovo ente, data la natura dei fatti che avevano dato luogo alla sua nascita, aveva acquisito dalle banche, accanto alle partecipazioni industriali (un misto di imprese ancora attive o giá in perdita), un folto gruppo di manager, di grande e sicura esperienza, che si rivelarono un punto di forza e di grande peso nel successivo sviluppo industriale.
Come si evince dalla sua lunga storia, all'IRI non sono assegnate solo funzioni specifiche di holding industriale ma anche compiti generali di "riforma" dell'organizzazione economica nazionale e di sostegno e indirizzo nel campo della politica industriale. Le vicende della legge bancaria, il ruolo che l'IRI viene chiamato a svolgere nell'ambito della politica autarchica e durante lo sforzo bellico, confermano questa doppia funzione.
Ció trova conferma nel dopoguerra, dopo un periodo di incertezza sulle sorti dell'Istituto, candidato da piú parti ad essere liquidato come espressione e interprete di un dirigismo economico connaturato al regime fascista, con l'approvazione del nuovo statuto del 1948 che ribadisce il doppio ruolo dell'Iri, di gestore di una rilevante porzione dell'apparato produttivo industriale italiano e di strumento specializzato di politica industriale, un ruolo che si protrarrá per tutta la storia dell'Istituto.
Nel ristretto gruppo di uomini raccolti intorno alla prima dirigenza IRI é ben chiara la consapevolezza di essere stati chiamati ad un intervento impegnativo e di non breve momento di riorganizzazione e di indirizzo industriale.
Viene disegnato, infatti, un compiuto modello organizzativo per affrontare i nuovi e impegnativi compiti posti all'Istituto dalla congiuntura aperta, con la fine della guerra, dal primo periodo della ricostruzione.
Si completa il quadro delle finanziarie di settore come strumenti tecnici, commerciali e finanziari specializzati nei rispettivi rami di attivitá.
Si vanno ampliando all'interno dell'Istituto i compiti di coordinamento, indirizzo e programmazione industriale attraverso un ruolo sempre piú crescente dell'Ufficio Studi diretto da Pasquale Saraceno.
I due piani di attivitá dell'Istituto tendono, per esplicite sollecitazioni esterne, ad ampliarsi e sovrapporsi continuamente.
La costituzione nel 1956 del Ministero delle Partecipazioni Statali, attribuendo funzioni di controllo e coordinamento ad un organismo politico, dilata il campo di intervento degli organismi dello Stato nella definizione degli indirizzi e delle strategie operative degli enti di gestione e disegna un quadro legislativo favorevole ad una politica espansiva del settore pubblico.
Poichè tra gli obiettivi dello Stato, vi erano lo sviluppo dell'economia del Mezzogiorno e il mantenimento della piena occupazione, l'Iri entrato nell'orbita del Ministero delle Partecipazioni Statali cominció a concentrare i propri investimenti nel sud ed a incrementare l'occupazione nelle proprie aziende.
All'azione di queste ultime é attribuita una funzione strumentale in rapporto ai fini propri che lo Stato si propone di perseguire, innanzitutto a favore della promozione dello sviluppo e, successivamente, della difesa dei livelli occupazionali.
L'IRI assume cosí la funzione di guida nello sviluppo economico italiano e la formula manageriale dell'economia mista porterá in seguito l'Istituto prima con l'Eni e poi con tutto il sistema delle partecipazioni statali a svolgere un ruolo determinante nella creazione delle infrastrutture e nelle industrie di base.
Gli ambiti di intervento dell'Iri sono capillari e ad ampio spettro: nella siderurgia, nella cantieristica, nella telefonia, nelle telecomunicazioni, e nel settore radiofonico, nell'energia elettrica, nell'industria meccanica, nelle costruzioni navali e nella navigazione, nei trasporti aerei, nelle infrastrutture, con la costruzione dell'Autostrada del Sole, nella rete dei servizi, nel settore alimentare, sviluppando anche il comparto dell'elettronica.
In ragione di ció, la struttura organizzativa interna é costantemente aggiornata.
Con la crisi economica che si affaccia a metá degli anni '70: la crisi petrolifera, la rottura del sistema dei cambi fissi, l'emergere dell'inflazione e una spesa pubblica fuori controllo, il modello delle partecipazioni statali comincia a vacillare, soprattutto rispetto ai problemi determinati dalle grandi sofferenze economiche finanziarie non solo dell'IRI, ma di tutti gli enti pubblici.
L'industria italiana non si dimostra in grado di mettere in atto con tempestivitá i processi necessari per la ristrutturazione industriale e finanziaria, non riesce a reagire con prontezza al rinnovo della classe manageriale e a fronteggiare la concorrenza mondiale. L'industria pubblica in particolare si deve far carico di obiettivi sociali che impongono al suo management di perseguire finalitá diverse da quelle dell'azionista.
All'Iri vennero richiesti ingenti investimenti anche in periodi di crisi. L'Istituto e le sue aziende si finanziarono con l'indebitamento bancario, che negli anni settanta crebbe a livelli vertiginosi.
Dal 1971 i risultati dell'IRI diventano negativi. La crescita degli investimenti, programmati giá da molti anni e sproporzionati rispetto alla capacitá di autofinanziamento, le gravi crisi nei settori della siderurgia e dell'impiantistica, il progressivo venire meno dei fondi di dotazione e le pesanti perdite, fanno esplodere l'indebitamento dell'Istituto.
Nella seconda metá degli anni '70 prendono avvio progetti e studi di riforma.
All'inizio degli anni '80 i governi iniziarono un ripensamento sulla funzione e sulla gestione delle aziende pubbliche. Con la ristrutturazione dell'Iri, iniziata con la Presidenza Prodi del 1982, prese il via un processo di dismissioni.
L'anno di svolta é tuttavia il 1992: nel nuovo contesto istituzionale dell'Unione Europea avviene la decisiva trasformazione degli enti pubblici in societá per azioni [Decreto legge 11 luglio 1992, n. 333, convertito in legge 8 agosto 1992, n. 359].
Nel giugno - luglio 1992 l'IRI é trasformato in Societá per Azioni (Spa) e prende l'avvio un processo irreversibile di privatizzazione [Sul dibattito sulle privatizzazioni e sul ruolo svolto dalla partecipazioni statali ed in particolare dall'IRI dalla sua costituzione al 1991 si suggerisce la lettura del Rapporto sull'IRI contributo predisposto dall'Ufficio Studi - Unitá funzionale studi nel 1991 su input del Direttore Generale Michele Tedeschi e del Presidente Franco Nobili. Vedi pubblicazioni Iri, letteratura grigia].
Nel quadro delle privatizzazioni italiane, l'IRI svolge un ruolo di primo piano offrendo un contributo sia sotto il profilo degli incassi realizzati, sia sotto quello delle procedure di vendita.
Dal '93 al 2000 l'IRI vende partecipazioni e rami d'azienda i cui proventi vanno al Ministero del Tesoro, suo unico azionista; esce completamente da interi settori economici: bancario (cede le partecipazioni detenute nelle tre banche di interesse nazionale: Comit, Credit e Banca di Roma), siderurgico, impiantistico, alimentare, delle telecomunicazioni (cessione della Stet-Telecom), autostradale, quello delle costruzioni dell'ingegneria e delle infrastrutture edili. Vende le compagnie di navigazione e di linea. Ultime operazioni sono state l'uscita dal sistema aeroportuale e la cessione della quota ancora posseduta in Finmeccanica.
Il 27 giugno del 2000 l'Assemblea Straordinaria dell'IRI spa delibera lo scioglimento dell'IRI mettendolo in liquidazione a partire dalla data del 1 luglio 2000 secondo un processo che si concluderá nel novembre 2002: il suo patrimonio residuo é incorporato nella societá Fintecna, una sua controllata [Il valore delle privatizzazione del Gruppo IRI dal 1992 al 2000 ha ammontato a oltre 90.000.miliardi. (Questo dato é stato ricavato da un documento interno IRI intitolato Iri settanta anni di storia Italiana che riporta il testo di un film istituzionale sulla storia dell'IRI datato giugno 2000). Secondo il Libro bianco sulle operazioni di privatizzazione 1996-2001, dell'aprile 2001 a cura del Ministero del Tesoro del Bilancio e della Programmazione economica, dal luglio 1992 al 30 giugno 1999 il Gruppo Iri attraverso le cessioni ha realizzato proventi pari a circa 52.745 miliardi di lire].



I manager dell'IRI


I Presidenti dell'IRI

Alberto Beneduce nominato con RDL il 26 gennaio 1933 gen. 1933-nov. 1939
Francesco Giordaninominato con RD il 9.11.1939nov. 1939-ott. 1943
Giuseppe Paratore nominato con D Lgt il 5.3.1946 mar. 1946-lug. 1947
Enrico Marchesano (nominato con DPR il 28.2.1948 feb. 1948-mar. 1950
Isidoro Bonini nominato con DPR il 21.3.1950 apr. 1950-1955 (deceduto l'11 dic.)
Aldo Fascetti nominato con DPR il 21.3.1956 apr. 1956-set. 1960 (deceduto il 25 sett.)
Giuseppe Petrilli nominato con DPR il 18.10.1960 ott. 1960-ott. 1978
Pietro Sette nominato con DPR il 24.1.1979 gen. 1979-ott. 1982
Romano Prodi nominato con DPR il 20.10.1982 ott. 1982-nov. 1989
Franco Nobili nominato con DPR il 17.11.1989 e dall'Assemblea del 7 agosto 1992 (Iri Spa da luglio 1992) nov. 1989-mag. 1993
Romano Prodi nomina dell'Assemblea degli azionisti 20.5.1993 mag. 1993-giu.1994
Michele Tedeschi nomina dell'Ass.degli azionisti 27.7.1994 lug. 1994-giu. 1997
Gian Maria Gros Pietro nomina dell'Ass.degli azionisti 16.6.1997 giu. 1997-nov. 1999
Piero Gnudi nomina dell'Ass.degli azionisti 4.12.1999 (Iri spa in liq. da giugno 2000) dic. 1999-nov. 2002


I Vice presidenti dell'IRI

Camillo Ara apr. 1934-apr. 1937
Oscar Sinigaglia nov. 1946-lug. 1947
Antonio Pesenti nov. 1946-lug. 1947
Imbriani Longo feb. 1948-gen. 1950
Bruno Visentini mar. 1950-mar. 1973
Vincenzo Storoni mag. 1973-apr. 1977
Pietro Armani ago. 1980-mar. 1991


I Direttori Generali e commissari dell'IRI

Donato Menichella Direttore generale 08/1934 - 10/1943
Giovanni Malvezzi Direttore generale 11/1943 - 05/1944
abolita la carica di DG 05/1944 - 03/1946
Commissario RSI Alberto Asquini 10/1943 - 02/1944
Commissario RSI Vincenzo Tecchio 03/1944 - 04/1945
Commissari autoritá alleate Sergio Fortis e Onofrio Pompucci 06/1944
Commissario straordin. governo italiano. Leopoldo Piccardi 09/1944 - 03/1946
Commissario straordin. CLNAI Giovanni Malvezzi 04/1945 - 06/1945
Commissario Alta Italia CLNAI Roberto Einaudi 06/1945 - 01/1946
Donato Menichella Direttore generale 03/1946 - 05/1946
Giovanni Malvezzi Direttore generale 05/1946 - 07/1947
abolita la carica di DG 07/1947 - 01/1948
Commissario Imbriani Longo 07/1947 - 01/1948
Arturo Ferrari Direttore generale 02/1948 - 07/1956
Salvino Sernesi Direttore generale 08/1957 - 07/1964
Silvio Golzio Direttore generale 12/1964 - 08/1968
Leopoldo Medugno Direttore generale 09/1968 - 05/1976
Alberto Boyer Direttore generale 05/1976 - 05/1979
Antonio Zurzolo Direttore generale 06/1979 - 12/1988
Michele Tedeschi Direttore generale 01/1989 - 06/1993
Enrico Micheli Direttore generale 06/1993 - 05/1996
Pietro Ciucci Direttore generale 05/1996 - 06/2002

La costituzione dell'Archivio storico IRI      torna al sommario

L'Archivio dell'IRI é stato oggetto di un vasto programma di sistemazione archivistica che ha avuto inizio nel 1992 e si é concluso nel dicembre 2011.
Si é trattato di un lavoro che si é svolto per poco piú di un quindicennio senza soluzione di continuitá, ed é stato scandito da fasi e progetti di intervento diversificati, che hanno avuto come perno qualificante l'utilizzo di tecnologie informatiche.
La costituzione dell'Archivio storico IRI fa parte altresí di un processo piú ampio che si é sviluppato in un arco temporale poco piú che trentennale attraverso quattro momenti principali.
  • 1. Il primo é stato segnato dalla decisione assunta nel 1977 dal Consiglio di amministrazione dell'Ente che, con l'approssimarsi del cinquantesimo anniversario della costituzione dell'IRI, decise di rendere disponibile alla consultazione una parte della carte di interesse storico archivistico depositandole presso l'Archivio Centrale dello Stato. Questo passo ha rappresentato la costituzione ufficiale di un ARCHIVIO STORICO IRI.
  • 2. Il secondo momento ha preso avvio dalla decisione, assunta sempre dai vertici dell'Istituto alla fine del 1992, di realizzare un progetto di valorizzazione del fondo archivistico depositato presso l'Archivio Centrale dello Stato, affidando ad una societá di servizi specializzata nel settore archivistico, il Centro Metodologie e Applicazioni di Archivi Storici - MAAS del Consorzio Roma Ricerche, un vasto programma di trattamento informatico del proprio patrimonio documentario.
    Questo progetto si é poi articolato in due distinti interventi: il primo, avviato nel 1992 e concluso nel 1998, ha riguardato la digitalizzazione e la schedatura del nucleo documentario depositato presso l'Archivio Centrale dello Stato; il secondo, che ha avuto inizio nel 1999 e si é concluso nel dicembre 2008, ha avuto come obiettivo la schedatura e la descrizione del patrimonio documentario dell'IRI conservato nel Deposito della sede dell'Istituto in via Veneto, una parte del quale era stato inviato presso una ditta di outsourcing. Anche questo progetto, che ha rappresentato la naturale evoluzione del primo, ha condiviso gli stessi strumenti informatici e, almeno in una prima fase, le stesse metodologie, con l'obiettivo finale di costruire un unico sistema informativo.
  • 3. Il terzo momento é quello che ha avuto inizio con l'atto notarile che ha ceduto il patrimonio documentario dell'IRI, che viene messo in liquidazione, alla omonima Fondazione creata ad hoc. Un atto formale con il quale la nuova Fondazione IRI acquisisce le carte dell'Ente dalla sua costituzione nel 1933 al momento della sua trasformazione in Spa nel 1992. La documentazione successiva a questa data viene attribuita alla Societá Fintecna, una controllata IRI che incorpora l'Istituto ereditandone le attivitá esistenti alla data della liquidazione e che decide di trasferire parte dell'archivio dai depositi di via Veneto presso una ditta di outsourcing.
    La Fondazione IRI ha proseguito il programma di intervento giá impostato, ponendosi l'obiettivo finale di pervenire alla costituzione di un organico Archivio Storico IRI, da mettere a disposizione degli studiosi specializzati e piú in generale di un'utenza esterna.
  • 4. Il quarto momento, quello che ha chiuso la parabola della costituzione formale e ufficiale dell'Archivio IRI, ha preso l'avvio con la soppressione della Fondazione IRI nel giugno del 2008 (D.L. n. 112 del 25 giugno 2008, convertito con Legge n. 133/2008), ed il passaggio di tutto il suo patrimonio storico e documentale alla societá Fintecna, la quale si é impegnata a portare a compimento il programma avviato dalla Fondazione stessa relativo al completamento del progetto di individuazione, delimitazione, sistemazione ed informatizzazione dell'Archivio dell'IRI nel suo complesso e del contestuale trasferimento di questo patrimonio documentario presso l'Archivio Centrale Stato.
    Tale programma, iniziato nell'estate del 2009 si é concluso nel dicembre 2011. L'Archivio Iri é oggi depositato presso l'Archivio Centrale dello Stato.

La struttura dell'Archivio      torna al sommario

Le carte dell'Archivio Storico IRI sono state ordinate e conservate dai funzionari dell'Istituto secondo un duplice criterio organizzativo, indicato da una diversa colorazione (nero - rosso) che contraddistingueva l'indicazione scritta sulla costa delle buste.
Una distinzione tra Numerazione Rossa e Numerazione Nera che in realtá rappresentava il riflesso formale dell'attivitá dell'Istituto che, sin dal momento della sua nascita, (cfr. nota storico istituzionale) si é esplicata su un doppio binario, determinando anche nella gestione delle carte la costituzione di "due archivi":
L'ARCHIVIO GENERALE DELLE PRATICHE SOCIETARIE (NUMERAZIONE ROSSA)
che raccoglie in maniera sistematica le carte ordinate in base all'oggetto della pratica, rappresentato, nel caso specifico, dalle diverse societá controllate o partecipate dall'Iri e dalle sue finanziarie. A partire dagli inizi degli anni Cinquanta viene adottato un titolario e un sistema di codificazione numerico, che provvede ad incardinare tutto il complesso delle partecipazioni Iri entro una struttura gerarchica che riflette il modello operativo e gestionale delle societá del Gruppo (finanziarie di settore, societá operative, partecipazioni). La gestione e la conservazione delle pratiche societarie era affidata all'Ufficio Archivio che provvedeva alla loro apertura e implementazione secondo il succitato schema classificatorio.
L'ARCHIVIO DELLE PRATICHE DEGLI UFFICI (NUMERAZIONE NERA)
che include tutta la documentazione prodotta dai singoli uffici in cui la holding é stata strutturata nel corso della sua vita e che conserva, tra l'altro, i documenti ufficiali, i libri sociali (del consiglio di amministrazione (cda), del comitato di presidenza (cdp), della giunta esecutiva, le delibere presidenziali e commissariali), la corrispondenza in entrata ed uscita, le scritture obbligatorie (libri mastri, libri giornali, libri degli inventari), i bilanci dell'Istituto. La gestione e la conservazione della documentazione degli uffici era totalmente separata da quella relativa alle societá IRI (pratiche societarie - rossa) ed erano affidate direttamente all'ufficio produttore che provvedeva alle normali operazioni di deposito, ordinamento e scarto.

Criteri di intervento      torna al sommario

La descrizione del materiale archivistico é stata realizzata seguendo standard descrittivi generali. Il modello descrittivo prescelto é quello proposto dalle isad, basato sul principio della multilevel description in cui ogni unitá é rappresentata da una descrizione specifica e dalla descrizione delle parti che la compongono collegate gerarchicamente; la struttura informativa é articolata in aree di informazione e in elementi descrittivi generali, validi per tutti i livelli della scala gerarchica.
L'attivitá di inventariazione ha interessato in una prima fase (primo progetto, 1993-1998) tutta la documentazione dell'Iri depositata all'Archivio centrale dello Stato tra il 1981 ed il 1995; Il secondo progetto (1998- dicembre 2008) ha visto l'intervento sulla documentazione, di proprietá della Fondazione Iri fino al 1992, conservata presso i depositi di Via Veneto oppure destinata all'outsourcing, anche se in alcuni casi, nel rispetto della continuitá delle serie si é andato oltre.
La terza e ultima fase é iniziata nel 2009 e si é conclusa nel dicembre del 2011 e ha previsto oltre al trasferimento e alla sistemazione ordinata presso l'Archivio Centrale dello Stato di tutto il materiale dell'Archivio dell'Iri ubicato in luoghi diversi, il completamento della schedatura di tutta la documentazione prodotta dall'IRI, tra il 1992 e il 2002 con code di data antecedente, che non era rientrata nei progetti precedenti, ed era nella disponibilitá di Fintecna.
Obiettivo finale: la collocazione dell'Archivio IRI in un unico luogo, all'Archivio Centrale dello Stato, e la sua piena disponibilitá.
Il riordinamento e la schedatura ha seguito gli stessi criteri adottati nei progetti precedenti, ma le modalitá di trattamento sono state diversificate a seconda se l'Ufficio era giá stato inventariato in precedenza oppure no. L'intervento, infatti, ha riguardato documentazione di Uffici di nuova acquisizione, che non erano mai stati oggetto di precedente trattamento archivistico, come la Direzione Generale, la Presidenza o la Direzione pianificazione e controllo. In questi casi é stata seguita la normale procedura di riordinamento e di inventariazione supportata da un attento studio degli organigrammi organizzativi interni. Nel caso in cui, invece, materiale nuovo si é aggiunto ad un Ufficio che era stato giá trattato e inquadrato nei precedenti interventi archivistici, si é provveduto, ove possibile, ad effettuare una "integrazione" delle serie, altrimenti, la documentazione aggiunta é stata trattata a parte, in una scheda denominata "Nuovo Versamento".
E' stata infine introdotta una nuova numerazione di tutte le unitá di conservazione che compongono l'Archivio (buste, registri, volumi e altri supporti), piú confacente alla nuova ed attuale localizzazione presso l'Archivio Centrale dello Stato.
Tra gli aspetti interessanti di quest'ultimo progetto si segnala il rinvenimento di cospicuo materiale di carattere pubblicistico che include pubblicazioni ad uso interno, pubblicazioni curate dall'Iri (Notizie Iri e Civiltá delle macchine) attraverso le sue case editrici (Edindustria in particolare), pubblicazioni relative ai grandi temi di carattere economico, politico, sociale, in cui l'IRI era direttamente o indirettamente coinvolto, volumi dell'ex biblioteca Iri sul tema delle partecipazioni statali e sull'impatto di quest'ultimo sullo sviluppo economico dell'Italia nel XX secolo. Materiale che costituisce un notevole arricchimento ad un patrimonio documentario storicamente rilevante.
Questa documentazione é rientrata nel progetto di inventariazione dell'Archivio Iri, é stata censita e schedata in una banca dati a parte denominata IRI - PUBBLICAZIONI ed é parte integrante dell'architettura informatica ed informativa costruita per l'Archivio Iri.
Si segnala infine l'esistenza di un archivio filmico e di un archivio fotografico dell'IRI, materiale prezioso per comprendere la storia e l'immagine dell'Istituto, che sono rimasti presso la societá Fintecna.

Si segnala l'esistenza di una collezione di strumenti di corredo utili ai fini degli interventi di riordinamento: in particolare, per l'Archivio Generale delle pratiche societarie. Numerazione Rossa le cosiddette "smorfie", traduzione cartacea del sistema di classificazione adottato dall'ufficio Archivio. Per l'Archivio delle pratiche degli uffici. Numerazione Nera, la collezione degli ordini e delle comunicazioni di servizio, strumento prezioso e indispensabile per la ricostruzione dell'organigramma interno degli uffici dell'Istituto, con compiti, competenze e funzionari responsabili. Quest'ultima collezione é stata interamente digitalizzata ed é disponibile on line.

Tutti e tre gli interventi sono stati effettuati dal Centro Metodologie e Applicazioni di Archivi Storici - MAAS del Consorzio Roma Ricerche.

E' stato realizzato un unico sistema informativo che integra in un insieme organico le diverse sezioni dell'archivio, il vasto patrimonio documentario prodotto direttamente dall'ente (Archivio pratiche degli Uffici. Numerazione Nera) e quello raccolto e organizzato dall'Istituto stesso per la gestione del complesso di societá finanziarie e operative che hanno fatto parte del Gruppo (Archivio Generale delle pratiche societarie. Numerazione Rossa).
Sono state trattate complessivamente quasi 26.295 unitá tra buste registri e volumi, descritte entro un sistema di banche dati, composto di 97.519 schede informative e di 1.130.564 immagini, frutto di una serie di campagne di acquisizione ottica di alcuni nuclei documentari dell'Archivio.


N.B.: Per approfondimenti sull'Archivio storico IRI e sulle modalitá della sua formazione, si rimanda al lavoro di tesi di laurea di Ilaria Mandolesi, La memoria dell'impresa pubblica. Il caso dell'IRI. Facoltá di scienze umanistiche Lettere e filosofia Lingue Patrimonio culturale. Scuola speciale archivisti e bibliotecari. Anno accademico 2011-2012.